Progetto Qualità Architettura



Linea 1 – La protoindustria e l’architettura protoindustriale nella documentazione archivistica.

Il progetto ha privilegiato le forme dell’architettura protoindustriale in Campania tra età moderna e contemporanea utilizzando fonti archivistiche in gran parte inedite provenienti dalle piante architettoniche- cartografiche delle perizie dei Tribunali Civili di Principato Citra, Principato Ultra, Terra di Lavoro e della provincia di Napoli. Fonti uniche nel loro genere costituite da decine di mappe di impianti di mulini per gualchiere, cartiere, ferriere, per la sfarinatura dei grani. Le esperienze di protoindustria presentano caratteristiche peculiari: essa si fonde e confluisce nell’industria con quattro caratteristiche:

A) una applicabilità limitata del modello di Mendels;

B) il decentramento produttivo basato sul lavoro familiare;

C) una produzione basata sulla trasformazione di prodotti naturali di provenienza locale;

D) un’utilizzazione nel lungo periodo dell’energia idraulica.

Restano: l’industria decentrata, il ruolo della famiglia e l’integrazione tra protoindustria ed alcuni settori agricoli, la presenza di saperi tecnologici, il tipo di produzione destinata al mercato, il diverso ruolo del baronaggio nella costruzione degli impianti e degli opifici, la completa pluriattività della popolazione attiva, la precoce disgregazione della famiglia tradizionale e dei lignaggi, il ruolo che le città continuano a detenere nel processo produttivo, il passaggio quasi meccanico verso forme di industrializzazione. I beneficiari del progetto sono in primo luogo la comunità scientifica che beneficerà dei risultati della ricerca; la rete di comunità dove erano collocati i poli protoindustriali campani; la società civile di Napoli, Salerno della Valle dell’Irno e dell’Agro Nocerino, della Costiera Amalfitana e della Costiera Sorrentina .Il progetto ha organizzato un convegno scientifico internazionale e realizzato la pubblicazione di un volume con i risultati degli studi, nei quali si darà conto anche delle diverse funzioni architettoniche delle forme della protoindustriali in Campania. Si tratta di un impatto importante relativo ai vettori dell’identità culturale della Campania. Partner è stato il Dipartimento J. Monnet

La protoindustria e l’architettura protoindustriale attraverso la documentazione archivistica e cartografica

Linea 2 – Le mappe cartografiche nelle perizie del Tribunale civile e nelle prefetture campane

L’archivio architettonico della protoindustria campana è costituito dalle centinaia di mappe cartografiche contenute nelle perizie del Tribunale Civile (prima metà dell’Ottocento) e dalle Prefetture delle diverse province campane.

Le fonti sono relative a specifiche tipologie di impianti (gualchiere, cartiere, ferriere, ramiere, pastifici, impianti per la molitura) e opifici frutto di una vera e propria costruzione del territorio e di una capillare razionalizzazione dei sistemi idrici, dell’Irno, del Picentino, del Fenestrelle, del Liri, dei bacini idrografici della Costiera amalfitana e Sorrentina. Si tratta di fonti localizzate negli Archivi di Stato di Napoli, Salerno, Avellino, Caserta, Benevento, Roma: centinaia di incartamenti che contengono pregiate rappresentazioni grafiche a colori, su carta o su stoffa, disegnate da esperti tavolari (ingegneri) o da architetti della Camera della Sommaria, per incarico dei competenti organi ministeriali napoletani, o su incarico di altre autorità periferiche. La cartografia è soprattutto di due tipi: commissionata per un uso privato, per compiere una stima complessiva dell’opificio, nel caso di costruzione o ristrutturazione degli impianti idrici dei mulini, o degli altri complessi protoindustriali; redatta da periti di parte o incaricati dal tribunale, nel caso di contenziosi sulla proprietà o sull’utilizzazione delle acque. Nell’uno e nell’altro caso la cartografia, spesso accompagnata da una voluminosa documentazione cartacea, dà indicazioni precise sulla topografia dell’impianto, sulle particolarità del corso d’acqua e del bacino idrografico, sugli assetti idrogeologici del territorio, sulla cronologia della costruzione e sulle cause della ristrutturazione degli impianti, sul funzionamento tecnologico degli opifici (dal sistema idraulico al funzionamento dei mulini), sui passaggi di proprietà. Si tratta di cartine prevalentemente settecentesche e del primo Ottocento, non redatte secondo i criteri della cartografia attuale (dove compaiono le curve di livello), composte in base a piccole scale in cui per evidenziare i rilievi si utilizza ancora una tecnica cromatica o del tratteggio.

Cartografia e iconografia della protoindustria in Campania
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