a cura di Giuseppe Cirillo – Maria Anna Noto – Giulio Sodano, Introduzione di Aurelio Musi
Questa storia della Campania si iscrive nell’architettura
delle storie regionali per la collana del Ministero
della Cultura. I saggi che si pubblicano rispondono
a due motivazioni principali. La prima individua ed
interpreta, per la prima volta in Italia, su grande scala
ed in modo articolato, due direttive dell’UNESCO:
la Convenzione europea del paesaggio, (Firenze 20
ottobre 2000) e la Convenzione per la salvaguardia del
patrimonio culturale immateriale, (Parigi 17 ottobre
2003) recepite nel Codice dei Beni Culturali e del
Paesaggio, emanato dal suddetto Ministero di Beni
Culturali italiano, con Decreto Legislativo 22.1.2004
n. 41. Tutti i saggi pubblicati, con una prospettiva di
lungo periodo, vanno a declinare, da diversi punti di
vista scientifici (le città nelle province, il territorio,
le forme di protoindustria e di industria, la dieta
mediterranea, la storia della musica, del teatro, del
cinema, la formazione dell’identità attraverso la lettura
della percezione dei viaggiatori stranieri, i circuiti della
santità, la pazzia, le forme di controllo dei “diversi”, ed
il ruolo dei manicomi), le due direttive dell’UNESCO.
La seconda motivazione riguarda l’intenzione di
realizzare un’opera che analizzi il territorio regionale
in una dimensione europea applicabile ai paesi
dell’Unione e che indaghi sulla conciliabilità tra le
particolarità regionali ed i nuovi elementi comuni
dell’identità europea. Una storia costruita, dunque,
con la prospettiva di studiare il paesaggio come bene
culturale, cioè come una nuova endiadi che unisce
elementi materiali ed immateriali, e che, attraverso la
sua lettura, reca un contributo decisivo alla costruzione
dell’identità regionale